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Le terapie cellulari sono il futuro delle malattie autoimmuni?

2024-04-30

Un trattamento rivoluzionario per il cancro potrebbe anche essere in grado di trattare e ripristinare il sistema immunitario per fornire una remissione a lungo termine o forse anche curare alcune malattie autoimmuni.


La terapia con cellule T con recettore dell’antigene chimerico (CAR) ha offerto un nuovo approccio al trattamento dei tumori ematologici dal 2017, ma ci sono primi segnali che queste immunoterapie cellulari potrebbero essere riproposte per le malattie autoimmuni mediate dalle cellule B.


Nel settembre dello scorso anno, ricercatori tedeschi hanno riferito che cinque pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico (LES) refrattario trattati con la terapia con cellule CAR T hanno tutti ottenuto una remissione senza farmaci. Al momento della pubblicazione, nessun paziente aveva avuto recidive fino a 17 mesi dopo il trattamento. Gli autori hanno descritto la sieroconversione degli anticorpi antinucleari in due pazienti con il follow-up più lungo, "indicando che l'eliminazione dei cloni di cellule B autoimmuni può portare a una correzione più diffusa dell'autoimmunità", scrivono i ricercatori.


In un altro caso di studio pubblicato a giugno, i ricercatori hanno utilizzato cellule CAR-T mirate al CD-19 per trattare un uomo di 41 anni affetto da sindrome da antisintetasi refrattaria con miosite progressiva e malattia polmonare interstiziale. Sei mesi dopo il trattamento, non vi erano segni di miosite alla risonanza magnetica e una TAC del torace mostrava una completa regressione dell'alveolite.


Da allora, due aziende biotecnologiche – Cabaletta Bio a Filadelfia e Kyverna Therapeutics a Emeryville, California – hanno già ottenuto designazioni accelerate dalla Food and Drug Administration statunitense per la terapia con cellule T CAR per il LES e la nefrite da lupus. Bristol-Myers Squibb sta inoltre conducendo uno studio di fase 1 su pazienti affetti da LES grave e refrattario. Anche diverse aziende biotecnologiche e ospedali in Cina stanno conducendo studi clinici per il LES. Ma questa è solo la punta dell’iceberg per quanto riguarda le terapie cellulari per le malattie autoimmuni, ha affermato Max Konig, MD, PhD, assistente professore di medicina nella divisione di reumatologia presso la Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora.


"È un momento incredibilmente emozionante. Non ha precedenti nella storia dell'autoimmunità", ha osservato.


Un “Reboot” per il Sistema Immunitario


Le terapie mirate alle cellule B esistono dall’inizio degli anni 2000 con farmaci come il rituximab, un farmaco anticorpale monoclonale che prende di mira il CD20, un antigene espresso sulla superficie delle cellule B. Le cellule CAR T attualmente disponibili prendono di mira un altro antigene di superficie, il CD19, e rappresentano una terapia molto più potente. Entrambi sono efficaci nel ridurre le cellule B nel sangue, ma queste cellule T mirate al CD19 possono raggiungere le cellule B che si trovano nei tessuti in un modo che le terapie anticorpali non possono, ha spiegato Konig.